Perché il vino mi fa venire il mal di testa?

“Detto fra noi, il vino bianco non lo bevo perché a me fa venire mal di testa”

È vero e non c’è da vergognarsene. I motivi sono diversi, proviamo a vederli insieme.

Capita spesso di sentirmi dire che il vino, in genere bianco o rosato, fa venire il mal di testa. Cerchiamo di capirne il motivo.

In genere i più additati sono i vini “cheep”, quelli che trovi in offerta al supermercato. Non è sempre così, ma c’è un motivo di fondo.

Il buon vino si fa in vigna: se l’uva arriva in cantina sana, integra ed alla giusta temperatura non c’è necessità di intervenire per rimediare o evitare problemi durante il processo di vinificazione.

I solfiti: la colpa non è tutta loro

Circa l’1% della popolazione è allergica ai solfiti, a dichiararlo è stata la Food and Drug Administration negli anni ’80. Per questo motivo i vini superiori a 10 mg/l devono portare in etichetta la dicitura “contiene solfiti”.

Attenzione, i solfiti si formano naturalmente durante la fermentazione: i lieviti si nutrono degli zuccheri contenuti nel mosto, trasformandoli in alcool e, durante questo processo, producono delle leggere quantità di solfiti. Una leggera quantità.

Lo sai che ci sono cibi che consumiamo abitualmente che contengono molti più solfiti di un calice di buon vino. Vuoi degli esempi? I salumi e formaggi, i succhi di frutta, le passate di pomodoro, la frutta secca, la verdura conservata, i cibi in scatola e molto altro.

In sostanza a far male, non è il solfito in sé, ma l’abuso.

Quando e perché si aggiungono i solfiti?

Nel caso del vino i solfiti vengono aggiunti per garantire il mantenimento delle qualità organolettiche dell’uva prima, del mosto ed in fine del vino.

La quantità di solfiti aggiunti varia a seconda della qualità dell’uva e della tipologia di vino prodotto. I vini bianchi e rosati sono molto più esposti all’ossidazione rispetto ai vini rossi i quali vengo naturalmente “protetti” dai tannini presenti nelle uve a bacca rossa.

In Europa il limite massimo consentito per i solfiti è 160 mg/l per i vini bianchi e 210 mg/l per i vini bianchi e rosati.

I solfiti vengono aggiunti in maggiore quantità quando la qualità delle uve è dubbia, quando si nota la presenza di marciume o il principio di eventuali fermentazioni spontanee non controllate. In questo caso i solfiti bloccano il processo di deterioramento e svolgono la loro funzione di conservanti.

A far male quindi non è il vino bianco o il rosato, è la qualità della materia prima con il quale è stato prodotto.

3 trucchetti per evitare il mal di testa

Se soffri di questo problema, sappi che la colpa non è solo del vino. Ricorda questi semplici consigli:

  1. Fai ossigenare il vino: dai al calice il tempo di aprirsi, l’ossigeno permetterà all’anidride solforosa libera di evaporare;
  2. Mantieniti idratato: tra un calice di vino e l’altro reidrata il tuo corpo. Una buona idratazione aiuta l’espulsione di piccole quantità di etanolo.
  3. Non abbinare il vino a salumi e formaggi: i formaggi stagionati come gli insaccati sono cibi carichi di Tiramina, una delle principali sostanze a cui sono imputati gli effetti dell’ubriachezza. È vero che un buon bicchiere di Bardolino si sposa alla perfezione con un panino con il salame, ma forse in questo caso è meglio provare un altro abbinamento.

La selezione delle uve, il controllo costante ed accurato, la vendemmia manuale sono tutti fattori che incidono pesantemente sul prezzo della bottiglia di vino, ma solo grazie a queste attenzioni riusciamo ad ottenere uva sana, di ottima qualità con la quale otteniamo un vino genuino. Un vino che molto difficilmente ti farà venire il mal di testa.

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